giovedì 20 agosto 2009

Umihan (Un complesso sistema)

Non immaginavo il viaggio fosse stato così faticoso. Mi accorgo di avere ancora una patina di stanchezza addosso, che non riesco a sciogliere. Stamani esaminavo il mio aspetto prima di lasciare le stanze riservate a me e lo trovavo molto diverso da quello che avrei voluto avere: l'espressione distante, i muscoli contratti, gli occhi socchiusi. Non era certo il modo più adatto per trasmettere un'impressione positiva.
Decisi di prendermi ancora qualche minuto e lasciare che lo sguardo vagasse oltre le finestre, sul mare, proprio mentre sorgeva il giorno ad illuminare di un manto rosato le onde, le scogliere ed il cielo.
I miei pensieri erano confusi, mi facevo domande a cui non sapevo dare risposte soddisfacenti. Mi chiedevo quali fossero i nuovi equilibri che reggevano questo complesso sistema di piani che fino ad ora avevo solo potuto intuire vagamente da pochi accenni frettolosi. Mi chiedevo quali forze reggessero il mio in particolare, quale fosse il mio ruolo al loro interno, cosa dovessi aspettarmi e cosa ci si aspettasse da me...
Qualche delicato colpo alla porta mi riscosse. Colpi così delicati che se avessi dormito non mi avrebbero svegliato; con una certa curiosità andai ad aprire e mi trovai di fronte l'ultima persona che avrei immaginato.

"Umihan?"
"Ciao... Ylai"
Pronunciava il mio nome con esitazione, quasi con imbarazzo, mi dissi che era normale perchè non lo aveva mai utilizzato: nel tempo in cui vivevamo insieme ne portavo un altro, ma anche il mondo era un altro, sull'altra faccia del nastro di Moebius.
La feci entrare e ci sedemmo proprio di fronte alle grandi finestre dove avevo lasciato i miei pensieri perdersi poco prima. Avrei voluto chiederle molte cose di lei e anche di Caim, ma mi bastò un suo sguardo per capire che non avreebbe potuto parlarmene; così mi limitai ad ascoltare ciò che era venuta a dirmi, accettando come ormai facevo da tempo l'assoluto divieto di ricercare alcuna traccia di lui o del suo attuale stato. Mentre parlava, notai che la sua voce dolce era diventata più giovane, fresca, come anche il suo aspetto. Sembrava ringiovanita, ma non solo; si sarebbe detto che qualcosa di molto più luminoso ardesse in lei rispetto al nostro ultimo incontro e in qualche modo arrivasse da dentro ad illuminare anche il suo aspetto esteriore.
Con precisione prese ad illustrarmi gli equilibri che solo pochi minuti prima mi sembravano tanto oscuri, dipanando in parte la nebbia che avvolgeva le mie riflessioni.

"Innanzitutto devi sapere", esordì, "che questo piano si trova a mezza via tra altri due. Non si tratta di un piano completo in sè stesso, la sua essenza è solo in parte sua propria: esso contiene parzialmente la scintilla vitale che lo individua e lo rende animato, ma non ne è pieno. Al suo interno trova posto anche l'energia dei piani da cui è stato originato, come se da essi sublimasse, come se ne fosse emanazione. Per questa ragione l'essenza stessa di questo piano è in parte composta dei sogni, dei desideri e delle speranze di coloro che vivono negli altri due, in un legame inscindibile e ambivalente. Le azioni intraprese qui, su di essi si riflettono"

Le sue parole scivolavano in basso, verso una parte di me profondissima che le assorbiva e le accoglieva a risvegliare conoscenze e consapevolezze che non sapevo di possedere.
Di colpo sentii l'essenza dei corvi agitarsi in me, quasi mi sembrava che le loro piume nere mi affiorassero sulla pelle e il mio viso mutasse fino a trasformarsi in un becco, ma fu solo un istante. Con un un cenno le chiesi di proseguire e lei con molto tatto non commentò ciò che di certo aveva notato.

"L'equilibrio tra le forze di questo piano è mantenuto da un complesso sistema. Quattro sono le forze principali su cui si impernia questa epoca, ognuna incanalata da uno dei quattro Diya. Su di loro vigila il Cerchio, che ha il compito di amntenere viva la percezione di tutte le altre forze presenti ed esprimerne le spinte per preservare l'equilibrio e la corretta interazione"
Sembrò riflettere qualche secondo prima di aggiungere: "I membri del Cerchio sono saggi e potenti. E' tuo dovere prestar loro ascolto, Ylai"

La ringraziai per le spiegazioni per me tanto preziose e domandai ciò che più mi preoccupava: "Qual'è il mio compito?"
Lei sorrise e chiese semplicemente: "Cosa desideri per questo mondo?"
"Pace", risposi istintivamente; "felicità, la possibilità di un futuro. Tutto ciò che non avevamo prima e che forse ora è diventato possibile"
"Questo. Solo questo è il tuo compito"
Si alzò e si diresse alla porta prima che potessi ribattere, anche prima che potessi salutarla. Già sulla soglia disse solo "Arrivederci", e con un ultimo sorrisò se ne era già andata.

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