venerdì 21 agosto 2009

Il mio corpo

In solitudine, nelle stanze riservate a me, ho provato a sciacquarmi via la stanchezza e la confusione. Ho riempito una vasca di acqua calda, caldissima, e l'ho sentita bruciarmi addosso per poi accogliermi in sè, come in un abbraccio. Tutto era completamente buio, il vapore saturava la stanza; ad occhi chiusi mi permettevo di sognare, ricordare, viaggiare lontano, non saprei dire dove. Percepivo solo il caldo abbraccio dell'acqua e i miei muscoli sempre più rilassati, la mia pelle sempre meno tesa, mentre mi abbandonavo.
Rimasi così per diverso tempo, finchè non avvertii una presenza amica alle mie spalle: prima che potessi voltarmi, Hebe già mi appoggiava le mani sul collo e attraverso i palmi mi trasfondeva un'energia calma e dolce, quell'energia che nella sua persona è come la tela bianca su cui la sua personalità traccia innumerevoli disegni. Lo lasciavo fare ed accoglievo con gratitudine il suo regalo.

Penso che mi addormentai o forse persi conoscenza; senza che potessi ben capire come, mi risveglia sul mio letto mentre lui proseguiva nel suo trattamento, spostando ora le mani più liberamente anche su tutti gli altri punti energetici del corpo. Ad occhi chiusi nella semi-oscurità, di colpo mi accorsi che potevo vedere attraverso i suoi occhi. Dietro le palpebre mi scorrevano le immagini che Hebe vedeva in quel momento: vedevo le sue mani sicure, la stanza intorno a noi e... me.
Vedere il mio corpo dall'esterno fu un'esperienza che mi sconvolse. Può sembrare strano, ma dal momento in cui avevo lasciato la montagna dei corvi, cioè dall'istante della mia 'rinascita' in questo mondo, ormai avvenuta da quasi tre giorni, non avevo mai speso molto tempo ad osservarmi; avevo dato uno sguardo al mio volto negli specchi ed avevo appurato che i lineamenti erano rimasti simili a quelli che mi erano familiari, ma non avevo ancora osservato con attenzione il resto del corpo. Può darsi sia stato per l'attenzione costante che i bracciali di metallo ai polsi attiravano costantemente: avevo passato così tanto tempo a studiarli e chiedermi quali fossero le loro potenzialità che avevo dedicato ben pochi sguardi agli altri aspetti del mio corpo. O forse potrebbe essere stato il disorientamento inevitabile che aveva fatto seguito ad un 'nascita' così improvvisa e ricca di sensazioni, seguita da un rientro a casa dove mi attendevano emozioni, volti e ricordi sia nuovi che antichi. Il risultato ad ogni modo era che adesso, attraverso lo sguardo di Hebe, per la prima volta vedevo il mio corpo per intero, nudo, e ne scoprivo le caratteristiche.

Il primo aspetto che mi colpì fu l'assenza del sesso. Non c'erano organi visibili, solo una zona coperta da una macchia scura, che nella penombra non compresi se fosse composta da peli o da piume. Mi trovai a ricordare momenti di sesso avuti in passato, nel mondo di prima, e nella memoria qualcosa traspose il ricordo in modo automatico e del tutto naturale, rendendolo conforme al mondo in cui mi trovavo ora. Nella mia mente vedevo l'atto sessuale così come in questo mondo avveniva, tra esseri con un corpo come quello che avevo io, quasi che le memorie fossero 'tradotte' perchè il mio cervello di questo piano ne potesse visualizzare e comprendere i concetti.
Spostai poi lo sguardo sulle braccia e le gambe, scoprendo che erano avvolte da un sottile strato di muscoli, quasi invisibili sotto la pelle, ma in apparenza sani e pronti a scattare.
Halo, il sottile cerchio metallico che mi affiorava dal capo a volte, quella sera era appena intuibile dal suo vago luccichio nella penombra, così come i bracciali ai polsi, che erano visibili solo per una stretta striscia argentata che mi arrivava ai polsi dalla metà inferiore dell'avambraccio.

Aprii gli occhi e di colpo la canalizzazione della vista di Hebe cessò. Gli sorrisi e lo ringraziai, cadendo quasi immediatamente nel sonno, prima ancora di sentire la porta chiudersi alle sue spalle.

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