giovedì 27 agosto 2009

I due ambasciatori - Alleanza

Li trovai nel giardino.
Era appena sorto il mattino e l'aurora rosata si rifletteva sulle foglie e vi penetrava, creando un incanto di fili eterei che sembravano congiungere direttamente il cielo al suolo. Sedevano tranquilli, apparentemente godendo della quiete del luogo e della fresca vitalità che sembrava pervadare ogni cosa, mentre in lontananza il mare si faceva sentire, sbattendo con voce forte e profonda contro la scogliera. Mi aspettavo ci sarebbe stato Shin con noi, invece eravamo soli. Sentii Halo riscaldarsi leggermente e affiorare sopra la pelle, probabilmente rispondendo alla miriade di piccole energie vitali di cui si andava animando la macchia di vegetazione che si stendeva a pochi passi da noi, nascondendo la costa alla vista. Sorrisi ai due ambasciatori e di nuovo notai che la loro pelle aveva una luminosità interna e candida; non scorsi invece tracce della visione che si era sovrapposta ai loro volti durante il nostro precedente incontro e pensai che forse lasciarmela scorgere era stata una loro iniziativa per comunicarmi rapidamente chi fossero.
E chi fossero, io lo avevo capito bene. Discendendti di una razza antichissima a cui non era permesso quasi a nessuno accennare ad alta voce, ne rappresentavano in veste ufficiale il popolo attuale, ma anche quello passato: due ambasciatori che portavano in sè il legame a tutti i loro fratelli viventi e non, a tutte le vicende accadute al popolo da cui provenivano, ad ogni loro singolo ricordo ed ogni desiderio. 'Ambasciatori del tempo', li chiamavano. Ed avevano ragione.

Si alzarono appena li raggiunsi e mi invitarono a seguirli tra gli alberi. Il loro legame con la natura doveva essere forte, ma la sintonia che Halo aveva stabilito con loro mi fece intuire che non era il contatto con la vegetazione che cercavano, quanto la visione del mare e della scogliera bianca. I loro passi si dirigevano infatti in direzione della costa vicina, confermando l'ipotesi, e camminando mi esposero il motivo del nostro incontro.
"Ci fa piacere che tu abbia potutuo incontrarci oggi. La scorsa volta le tue condizioni non ti avrebbero permesso di comprendere a fondo l'argomento di cui discorreremo, perchè qualcosa dentro te ancora non funzionava come avrebbe dovuto. Anche ora le tue vibrazioni non sono perfettamente armoniche, ma sono già molto più vicine a quelle naturali, e ciò è un bene" Come colpito da una curiosità improvvisa, quello dei due che parlava mi chiese cambiando leggermente tono, come per una divagazione: "Sai di cosa parlo, quando mi riferisco alla vibrazione naturale?"
Riandai con la mente alle percezioni che avevo avuto di quello che io chiamavo 'fiume': il grande corso vitale in cui si inseriva ogni essere e si armonizzava nel coro nella sua unicità. La vibrazione di tutto questo, io la percepivo come un fruscio dolce e al contempo acuto sempre presente in fondo ad ogni suono, come il continuo scivolare della sabbia in una clessidra senza fine.
Feci cenno di sì, lo sapevo.
"Molto bene", riprese allora lui, "posso dirti francamente il motivo di questo incontro: vorrei parlarti delle energie a cui ti sei connesso e ancor più ti connetterai in futuro nel piano dove rappresenterai la tua gente"
Si riferiva al piano materiale di cui avevo discusso con Sadrath poco prima. Feci cenno di aver capito a cosa si riferisse e lo invitai a proseguire.
"Il mio popolo è estremamaente legato a quel piano, perchè la nostra storia si è intrecciata nel profondo con quella di quei luoghi. Non ti nasconodo che non sempre la mia gente vi ha operato nel bene, ma il nostro desiderio sincero è l'innalzamento di quel piano e la sua crescita energetica, fino a ritornare agli antichi splendori. Come hai potuto capire, noi rappresentiamo ben più che il nostro popolo attuale: in noi è raccolta la storia stessa della nostra gente. Ed è con questarappresentanza che noi due ti riconosciamo fiducia nell'operare sul piano materiale. La nostra gente non ti sarà nemica e non ostacolerà il tuo operato, da questo momento in poi contaci tra i tuoi alleati e non tra i tuoi nemici"

Aveva pronunciato le ultime parole con solennità, quasi fossero una sorta di patto rituale. Con la stessa solennità mi inchinai e li ringraziai, sentendo nel momento stesso aumentare il calore di Halo ed espandersi un confine lontano dentro di me, come se i miei spazi interiori si fossero fatti di un po' più ampi.
Ci separammo. Loro proseguirono in direzione della costa, il passo leggero e l'aura eterea di raggi chiari che si spandeva dal petto.

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