Tra loro, intorno ai fuochi, non vi era nessuno. Non c'erano figure umane nelle viscere della montagna, solo un mantello vuoto, adagiato nella sala circolare. Con il passare delle notti, una figura sempre meno eterea ha via via riempito il mantello, formandosi forse dal fumo del fuoco sacro che ardeva al centro, forse dalle piume nere perdute dai corvi in sempiterno volo.
Quest'essere, ora in piedi davanti all'ingresso della montagna, è minuto, ma il suo corpo sembra contenere una forza inespressa, che solo parzialmente si manifesta nei muscoli, leggeri ma ben definiti. Porta i capelli piuttosto corti, scuri, che gli ricadono scompigliati sulla fronte dove si intravede una sottile striscia metallica cingergli il capo, mentre il resto del viso, che appare piuttosto sporco per la fuligine delle grotte chiuse, rivela labbra sottili e un mento dal contorno morbido. Nell'insieme, i suoi lineamenti erano piacevoli e piuttosto comuni, particolareggiati esclusivamente dal taglio degli occhi, forse leggermente più allungati del normale. Gli occhi della figura erano tuttavia chiusi ora, come se contemplasse l'alba con altri sensi diversi dalla vista.
Il suo abbigliamento è composto unicamente dal mantello che avvolgeva il suo corpo al risveglio, ma ai polsi porta due bracciali bruniti, dalla foggia strana, che a tratti sembrano quasi scomparire al di sotto della pelle, così come il cerchio metallico sulla fronte.

Non sembra sentire dolore in tutto questo, ma il suo respiro aumenta di ritmo e portata, facendosi più profondo. Poi all'improvviso, il suo corpo si dissolve in un nugolo di corvi, che lasciano cadere a terra il mantello nero e si sollevano in volo come uno stormo compatto, tutti concordemente rivolti a volare verso il mare. Dopo pochi istanti, anche il drago d'oro riprende il suo volo, nella stessa direzione.
Nessun commento:
Posta un commento